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I primi giorni di asilo nido o scuola dell’infanzia sono sempre molto delicati per i bambini che iniziano per la prima volta questo cammino. Non a caso è previsto un periodo di “inserimento” con il quale, inizialmente alla presenza di un genitore, il bambino inizia a prendere confidenza con la nuova realtà poco per volta.
A complicare ulteriormente le cose ci si è messo, ora, anche il Covid, che ha riscritto alcune regole e introdotto comportamenti nuovi e diversi.
Alla luce di tutto questo, Nostro Figlio ha scritto un bell’articolo per suggerire alcuni atteggiamenti che possono aiutare nell’accompagnare emotivamente e praticamente i bambini nell’inserimento al nido e alla scuola materna.
Un primo “allarme” viene posto sul fatto che, per via delle limitazioni, i bambini più piccoli non sono stati “allenati” alla socialità: “La dinamica tra pari è molto importante – scrive Nostro Figlio – e sarà tutta da conquistare”. Inoltre, con l’uso delle mascherine, i piccoli non hanno avuto modo di “osservare un viso nella sua interezza, se non dei membri della famiglia; sappiamo quanto l’alfabetizzazione emotiva passi attraverso la mimica. Questi elementi possono generare confusione nei piccolissimi”.
A tutto questo si aggiunge il fatto che ritrovarsi in un ambiente nuovo può destabilizzare al punto da portare a un “rifiuto della relazione”, acuito, ancora una volta, dall’essere usciti di casa poco negli ultimi mesi, cosa che ha creato molte difficoltà anche nei bambini più grandi al momento di dover tornare in classe o anche solo poter rivedere gli amici al parco.
Detto delle difficoltà e degli aspetti a cui fare attenzione, vediamo, ora, qualche indicazione più pratica su cosa possono fare i genitori per aiutare i bambini nell’inserimento al nido o alla scuola materna.
Innanzitutto, sottolinea l’articolo di Nostro Figlio, è bene preparare psicologicamente il figlio dimostrandosi il più possibile sereni. Sicuramente si dovranno passare al figlio le informazioni corrette, ma ponendosi come “filtri” rassicuranti tra lui e la realtà del Coronavirus.
Il messaggio dovrà essere coerente tra casa e scuola, da qui il consiglio di condividere e mettere in pratica le regole di igiene e sicurezza che vengono applicate nella scuola in cui andrà il bambino. Nello stesso tempo anche i genitori hanno diritto di essere informati e rassicurati dalle informazioni che la scuola potrà passare, anche attraverso incontri, materiali o “estratti delle attività in aula che possano far sentire la famiglia coinvolta e partecipe di quanto avviene nella scuola”.
Il discorso è un po’più complesso con i bambini al di sotto dei 3 anni, per i quali la parola non è ancora un mezzo per esprimere sofferenze e paure. “In questa fascia d’età – sottolinea l’articolo – il vero inserimento avviene tra adulti: i genitori devono cercare di instaurare momenti di scambio anche fuori dalla struttura educativa e possibilmente anche prima del vero e proprio inserimento”.
A livello pratico, viene suggerito anche di mantenere tempi non troppo prolungati per l’inserimento al nido, aiutando il piccolo a prendere gradualmente confidenza con un ambiente nuovo e sconosciuto e affrontando serenamente il distacco dalla mamma.
Ultima indicazione è quella di non fare confronti: ogni bambino ha i suoi tempo e le se reazioni e proprio per questo bisogna anche essere pronti a ridefinire tempi e modalità di gestione di questo passaggio secondo la sensibilità di ciascuno, riuscendo in questo modo a far sentire ogni bambino sempre accolto.
Per aiutare le famiglie che ne sentissero il bisogno o anche solo per scambiare un’opinione alla luce delle proprie esperienze e valutare se affrontare o meno un percorso più articolato, Faris – Family Relationship International School ha attivo un servizio di consulenza a cui chiunque può rivolgersi per avere un primo incontro gratuito. In questa occasione, gli esperti del Faris potranno dare indicazioni utili ai singoli e le famiglie e valutare se indirizzarli a un percorso più specifico con dei professionisti di riferimento.
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